A quasi vent' anni dalla prima candidatura ufficiale, il comitato dei Nobel premia il grande autore per "aver creato una nuova poetica espressiva all'interno della grande tradizione canora americana".
“Sarei proprio contento se fosse lui a vincere. Purtroppo temo che non avverrà perché da sempre vige la regola che quando si fanno previsioni, non si avverano".
Così commentava Dario Fo nel 1997 quando seppe che anche Bob Dylan era candidato all’ assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura ed oggi, quasi a surreale contrappasso o passaggio del testimone, nel giorno in cui il mondo della cultura, del teatro e dell’ Arte piange la scomparsa del Maestro, a Stoccolma il Comitato dei Nobel premia uno dei più grandi autori dell’ epoca moderna.
La decisione per nulla scontata è stato accolta in sala da un boato di sorpresa e porta Dylan (a cui non era stata preannunciata alcuna notizia relativa alla sua premiazione) ad essere il primo songwriter ad essere premiato con il Nobel per la Letteratura.
Inutile dire che la decisione ha già raccolto moltissimi attestati di stima – tra questi Salman Rushdie e Naomi Klein - ed altrettanti mugugni di insoddisfazione (Irvine Welsh).
«È una notizia che mi riempie di gioia, vorrei dire non è mai troppo tardi. Il Nobel assegnato a Dylan non è solo un premio al più grande scrittore di canzoni di tutti i tempi ma anche il riconoscimento definitivo che le canzoni fanno parte a pieno titolo della letteratura di oggi e possono raccontare, alla pari della scrittura, del cinema e del teatro, il mondo e le storie degli uomini. Bob Dylan incarna l'essenza di tutto questo, nessuno come lui ha saputo mettere in musica e parole l'epica dell'esistenza, le sue contraddizioni, la sua bellezza» - Francesco De Gregori.
Accantonata quindi per una volta l’ annoso dibattito per cui si vuole che la canzone possa essere o meno giudicata letteratura o poesia, Dylan è stato insignito del Nobel con la seguente motivazione: “Per aver creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana».
E' comunque innegabile - e sicuramente a questo fa capo la decisione del comitato di Stoccolma - che le canzoni di Dylan, nei loro momenti più alti, non sono "solo canzonette": ricche di figure metaforiche, lirismo a volte oscuro ma dal fascino innegabile, hanno portato ad un livello più alto e più stratificato quello che fino a quel momento era giudicato un genere di puro e vacuo intrattenimento.
L’ambito riconoscimento va così ad aggiungersi ai premi ed alle onorificenze già acquisite nel corso di più di cinquant' anni di carriera e che vanno dal Grammy del ’91 al premio Oscar ed al Golden Globe nel 2001 per Things Have Changed, miglior canzone dal film Wonder Boys, fino ad arrivare al Pulitzer del 2008, la National Medal of Arts nel 2009 e la Presidential Medal of Freedom nel 2012.